Parrocchia S. ANDREA Apostolo (Paderno - Udine)

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Storia

La prima citazione di Paderno risale al 1152, anno in cui un certo Benvenuto Hermagora di Paderno morì e donò alla chiesa di Cavalicco sette libbre d'olio.
E' importante ricordare fra le memorie illustri che al 1296 deve essere riferita la prima menzione del "titulano" di Paderno, ossia del cappellano al quale il Capitolo di Udine aveva assegnato un beneficio, e che nel periodo 1495 - 1501 la villa di Paderno venne inserita nell'elenco delle filiali dipendenti dalla pieve di Udine.
La primitiva pieve di Udine va individuata nella chiesa di Santa Maria in Castello, la cui prima citazione ufficiale risale al 1188 contrariamente, invece, alla sua origine molto più antica attestata da ritrovamenti archeologici di epoca longobarda.
Attorno alla chiesa matrice si diffusero ben presto numerose cappelle nei villaggi rurali circostanti.
Sembra che la più antica chiesetta fondata nel territorio extra-urbano sia quella di San Leonardo a Cavalicco.
In ogni caso essa rappresenta senza dubbio la prima forma di organizzazione religiosa del nostro territorio in quanto fondata da un patriarca come derivazione della pieve di Santa Maria in Castello con lo scopo di attrarre a sè i fedeli di tutto il territorio a nord della città.
I documenti relativi alla chiesetta di San Leonardo indicano che la fondazione avvenne alla fine dell'VIII secolo grazie al dono di un maso di campi effettuato dal patriarca Paolino di Aquileia il cui scopo era quello di alleviare alle popolazioni abitanti la villa di Cavalicco ed i villaggi limitrofi i disagi dovuti all'eccessiva lontananza dalla pieve cittadina.
Pur considerando Paolino d'Aquileia il leggendario fondatore della chiesa di San Leonardo si può presumere però, che la stessa venne innalzata solo un secolo dopo dato che fu consacrata per la prima volta il 12 luglio 882.
Ci si può rendere conto, quindi, di come nel XII secolo il centro ecclesiastico di tutta la zona a nord della città fosse costituito dalla chiesa di San Leonardo a Cavalicco e di come Paderno non fosse altro che uno dei tanti piccoli villaggi a lei sottoposti.
La stessa villa di Paderno doveva essere ingrandita se solo poco più di trent'anni dopo la consacrazione della chiesa di Cavalicco il curato Domenico Veneziano fece spostare la propria residenza a Paderno.
Siamo giunti così alla fondamentale data del 1297, anno in cui la piena autonomia della chiesa di Cavalicco venne scalfita per la prima volta dall'ordine impartito dal Capitolo della pieve di Udine di spostare la residenza del curato da Cavalicco a Paderno per maggior comodità della pieve stessa di Paderno, inoltre, assieme alle ville di Cavalicco, Beivars, Godia, Vado (l'attuale Vat), Chiavris, Colugna, Feletto, venne costituita Vicaria con una certa autonomia dalla pieve di Udine che, a sua volta, si era trasferita nel 1263 dal colle del Castello in pianura, dando vita al primo nucleo del Duomo.
Alla luce di tale avvenimento è lecito immaginare che la villa di Paderno avesse conosciuto un forte aumento della popolazione e, soprattutto, possedesse una chiesa o una cappella di una certa importanza per essere divenuta addirittura sede della Curazia.
Paderno si sostituì comunque a Cavalicco quale sede del Vicariato superiore della pieve di Udine, lasciando però intatta l'autonomia della chiesa di San Leonardo cui fu assegnato un cappellano.
Lo stesso pre Domenico Veneziano che curò il trasferimento predispose anche un elenco di obblighi del curato verso la chiesa di San Leonardo quale attestazione di garanzia.

Veduta della chiesa ()inizio 1900)
Veduta della chiesa (inizio 1900)


Il 1297 rappresenta, quindi, per la parrocchia di Paderno una data molto importante visto che può essere considerata quasi come la sua data di nascita.
Anche se, sia la villa, sia la cappella di Paderno, esistevano già almeno da un secolo, se non più; è solo da quell'anno, infatti, che venne sancita dalla pieve di Udine la superemazia del borgo rurale nei confronti di Cavalicco facendone sede del curato.
In quello stesso scorcio di secolo la situazione urbana ed ecclesiastica era già determinata; tutte le filiali di Paderno possedevano, infatti, una cappella con relativo sacerdote officiante ed una denominazione propria.
Le ville documentate alla fine del XII secolo erano, infatti, Beivars, Branco, Feletto Umberto, Cavalicco, Chiavris, Godia, Rizzi, Vat.
La prima citazione della chiesa con il suo santo titolare sembra risalire al 1370.
Risulta, quindi, molto probabile che la cappella di Paderno sia stata dedicata fin dalla sua consacrazione a Sant'Andrea, visto che anche in Friuli molte delle chiese dedicate a tale santo sono posteriori all'XI secolo.
La venerazione all'apostolo Andrea si diffuse dopo la traslazione delle sue reliquie da Patrasso a Costantinopoli nel 356 e, alla fine di quello stesso secolo, essa giunse anche in Friuli grazie alle reliquie accolte, con altre, nelle basiliche di Aquileia e Concordia; in pochi casi la dedica può essere d'epoca bizantina o carolingia, mentre in molti essa risulta posteriore al Mille.
Possiamo pensare che la dedica a Sant'Andrea sia originale, cioè risalga all'epoca in cui fu eretta la prima chiesa di Paderno.
E' probabile che fosse molto simile alla chiesetta di San Leonardo a Cavalicco, oppure a molte chiese rurali coeve.
Si può immaginare, quindi, una cappella o chiesa di modeste dimensioni, di pianta rettangolare, con presbiterio ad est e facciata rivolta ad ovest, bifora campanaria o piccolo campanile affiancato; essa doveva possedere, inoltre, tutt'intorno, un piccolo cimitero.
La definizione di "piccolissima" data nel 1930 da un vecchio falegname di Chiavris al periodico "La Patria del Friuli" sulla chiesa settecentesca di Paderno (allungata nel secolo successivo raggiungendo l'aspetto attuale) può aiutare ad immaginare, a maggior riprova, quanto modesta di dimensioni fosse la struttura medievale.
Due elementi spingono, però, a pensare che la nostra chiesetta, malgrado non fosse molto grande, possedesse degli elementi di pregio e di rilevanza in quanto nel secolo XVI fu arricchita da alcuni affreschi eseguiti da uno dei pittori friulani più noti, Pellegrino da San Daniele, come vedremo in seguito, e poichè nel 1429, in occasione di una epidemia di peste, i deputati del comune di Udine si adunarono nella chiesa di Paderno, per discutere i provvedimenti da prendere per far fronte a tale flagello.
Il CATAPANO testimonia inoltre che molti abitanti di Paderno fecero delle donazioni alla chiesa di San Leonardo di Cavalicco.
Tutte queste notizie sono utili a mettere ulteriormente in risalto la natura rurale della villa di Paderno.
Essa risultava, infatti, costituita in prevalenza da prati, boschi e piccoli appezzamenti coltivati e recintati, con alcuni gruppi sparsi di abitazioni rurali.
La porta della cinta muraria di Udine situata nei pressi dell'odierna via Bartolini separava, infatti, la città dai boschi che si estendevano sul territorio di Chiavris e di Paderno.
Un evento di grande rilevanza da annotare per il XVI secolo è la decorazione della chiesa da parte del pittore Pellegrino da San Daniele; si legge, infatti, in un documento del 1540, che il 3 dicembre di quell'anno un certo Giovanni di Udine fece una stima degli affreschi eseguiti dall'artista per la chiesa di Sant'Andrea di Paderno.
Tale evento deve essere giustamente messo in evidenza in quanto vede la nostra chiesa arricchita dall'opera di uno dei maggiori artisti friulani del Cinquecento.
Pellegrino da San Daniele (1467 - 1547) fu il primo pittore friulano che, accanto ad un discorso artistico locale, tentò di inserirsi in un contesto nazionale.
Questi brevi cenni dell'opera dell'artista avvalorano l'ipotesi che la chiesa di Sant'Andrea, se pur modesta in dimensioni, fosse di certo rilevante ed impreziosita da chissà quali affreschi, forse inerenti alla vita del santo titolare.
Un documento risalente al 1593 offre altri dati interessanti sulla parrocchia di Paderno.
Da esso deriva un'ulteriore conferma al fatto che Paderno era la sede del Vicariato superiore della pieve di Udine, e che a lei erano soggette sei filiali ed una cappella campestre.
Si trattava delle chiese di San Tomaso di Caprilys (l'odierna Chiavris), Santi Pietro e Paolo di Colugna, Sant'Antonio abate a Feletto, San Leonardo a cavalicco, San Giovanni Battista a Godia, San Giacomo maggiore a Beivars e la cappella di San Pantaleone a Vat (all'altezza dell'incrocio con via Alba).

Gruppo giovani con il parroco (1925)
Gruppo giovani con il parroco (1925)


Un triste epilogo inaugurò il Seicento.
Come è già stato accennato in precedenza, gravi contrasti fra Paderno e Cavalicco si erano manifestati fin dal 1297 ed erano sfociati in nuovi dissapori nel 1486.
Un certo dissapore fra i due paesi dovette sicuramente persistere nel corso di decenni, tant'è che la terza domenica di maggio del 1609, sulla piazza di Cavalicco, vicino alla loggia del Comune, il pievano di Paderno don Giacomo Venta, uscendo dalla cappella di San Leonardo dopo i Vespri, ricevette un colpo d'archibugio in testa da ser Leonardo di Strada, il quale era stato "strappazato indebitamente all'altar e mandato ignominiosamente fuor di chiesa" è Costui, spinto da un forte sentimento di vendetta attese che il sacerdote uscisse dalla chiesa per indirizzargli una percossa tanto forte da ucciderlo sul colpo.
Questo sembra essere stato l'episodio culmine dei contrasti fra i due paesi visto che nei tempi successivi non accadde niente di così rilevante.
Don Vincenzo Forni, ormai all'inizio del Settecento, ideò la costruzione della nuova chiesa di Paderno, visto che l'edificio preesistente si era rivelato ormai insufficiente per le esigenze della popolazione, i lavori di ricostruzione dovettero incominciare con il Forni alla fine del Seicento o all'inizio del secolo successivo e proseguirono per tutta la metà del Settecento visto che la consacrazione fu celebrata dall'arcivescovo di Udine Daniele Delfino il 30 giugno del 1755; in quell'anno era parroco don Francesco Palladio da Olivis.
L'edificio era costituito da un'unica aula rettangolare la cui facciata si ergeva circa all'altezza del campanile; ariprova di ciò i recenti lavori di ristrutturazione della chiesa hanno fatto emergere all'interno dell'attuale corridoio laterale, retrostante al campanile, una zona in cui si evidenza lo stacco fra la muratura della costruzione settecentesca (corrispondente alla facciata di tale periodo) e quella relativa all'allungamento dell'aula eseguito nell'Ottocento.
Verso nord la chiesa possedeva un piccolo presbiterio, molto meno marcato di quello attuale.
Relativamente alla storia della parrocchia nel Settecento è necessario ricordare l'introduzione nella nostra chiesa del culto della Beata Vergine Addolorata.
Nel 1770 fu introdotto il culto di San Giobbe, protettore degli animali, con l'erezione di un altare a lui dedicato.
Due grandi personalità dettero lustro alla parrocchia in tale secolo.
Si tratta del padernese don Giacomo Sabbadini, docente di filosofia nel Seminario di Udine, che venne promosso arcidiacono delle pieve di Santa Maria Alto But, e di don Valentino Potrei di Cavalicco, emerito teologo e pievano di Spilimbergo, Pasian di Prato, Dignano, che istituì nel suo paese natio, a Paderno, Feletto e Colugna delle scuole per l'insegnamento di filosofia, teologia, grammatica e retorica.
Sempre per quanto riguarda il Settecento si può, infine, ricordare che alcuni abitanti di Paderno furono processati con l'accusa di aver stipulato patto col demonio e di aver esercitato riti magici; si trattò, comunque, di episodi isolati non essendo esistita a Paderno nessuna setta eretica.
L'Ottocento si inaugurò con due fatti importanti: nel 1809 l'altare della chiesa fu solennemente consacrato alla deposizione della Croce e nel 1818 la Fabbriceria di Paderno ordinò la demolizione della chiesetta di San Pantaleone a Vat.
All'inizio del Milleottocento è parroco a Paderno don G.B. Sguazzi, sacerdote pieno di iniziative.
Nel 1823 amplia la canonica e nel 1828 inizia la ristrutturazione della chiesa ormai insufficiente.
Chiama l'artista veneziano Sebastiano Santi e fa affrescare la chiesa.
Questi affreschi sono magnificamente conservati e mostrano tutta la loro bellezza ora, dopo il restauro eseguito dalla ditta Lizzi Enzo nel 1997.
Nel 1858 inizia la costruzione del nuovo campanile che viene inaugurato nel 1864.
Nel 1896 viene promossa dal parroco don Antonio Pellizzari un iniziativa di carattere sociale: nasce la Cassa rurale.
Nel 1926 troviamo parroco don Lodovico da Toni e durante il suo servizio pastorale a Paderno viene inaugurato il monumento ai caduti (1926) e l'asilo infantile delle Ancelle della Carità in via Molin Nuovo.

Filodrammatica di Paderno (1925)
Filodrammatica di Paderno (1925)


La chiesa parrocchiale viene arricchita da 12 tele dipinte dallo stesso parroco.
Don Giona Sebastianis, sacerdote attivo e dinamico e con grandi e felici intuizioni, sarà parroco fino al 1985 e a don Giona succede don Angelo Saccavini.
Nascono la casa della gioventù, la sala cinematografica, viene rifatto il tetto della chiesa, il pavimento della stessa, l'organo; viene dato un nuovo assetto a tutta la proprietà parrocchiale.
Il terremoto del 1976 crea nuovi problemi.
Così siamo arrivati alla sistemazione delle aule di catechismo, alla ristrutturazione della casa della gioventù, ora scuola per disabili, e della chiesa parrocchiale e del campanile.


Le fonti a cui si è attinto per stendere queste note sono state gli scritti e gli studi di: G. Bergamini, S. Tavano, G. Biasutti, GB. Cavalcaselle, W. Cerchia, F. Da Vit, E. Gottardo, G.B. Passone, Archivio Arcivescovile di Udine, Archivio Capitolare di Udine, Archivio Parrocchiale di Paderno ed in particolare il Catalano di Paderno e Cavalicco.

Per CATAPANO si deve intendere un memoriale di defunti di una comunitÀ ecclesiale; esso può comprendere anche gli elenchi dei beni posseduti dalla chiesa e le annotazione degli avvenimenti principali occorsi nei tempi.